La cosa più importante da sapere prima di acquistare una sigaretta elettronica per smettere di fumare

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La cosa più importante da sapere prima di acquistare una sigaretta elettronica per smettere di fumare

Come è stato scoperto il problema con la sigaretta elettronica

L’11 luglio una ragazza 18enne con forti problemi a respirare si presentò alla clinica pediatrica Bluemound di Brookfield, alla periferia di Milwaukee, Wisconsin: la visitò la medica Jennifer Schreiber, che osservando il colorito grigiastro della sua pelle e i suoi respiri affannati capì che aveva bisogno di andare in un ospedale.

Nel giro di dieci minuti la ragazza fu trasportata in ambulanza al reparto di terapia intensiva dell’Ospedale Pediatrico del Wisconsin, a Milwaukee: i medici non lo sapevano ancora, ma il caso della ragazza avrebbe provocato nei mesi successivi la crisi statunitense delle sigarette elettroniche.

La ragazza, che si era appena diplomata ed era anche una podista, si era già presentata in ospedale qualche giorno prima, per gli stessi problemi respiratori: una lastra aveva mostrato delle anomalie polmonari e le era stata fatta una normale diagnosi di polmonite, con annessa prescrizione per gli antibiotici.

Quando si presentò nuovamente alla clinica, quattro giorni dopo, non riusciva quasi a camminare: Schreiber la attaccò subito all’ossigeno, dandole delle medicine per aiutarla a respirare e per abbassarle la febbre.

Vedendo che non reagiva come avrebbe dovuto, la fece trasferire in ospedale: un’ora e mezza dopo stava respirando con una maschera in terapia intensiva.

La ragazza era la sesta paziente in poco più di un mese arrivata in quell’ospedale con gli stessi problemi respiratori, con dolori al petto e molto indebolita, ma senza segni di infezione.

I medici cercarono qualcosa che la accomunasse con gli altri pazienti, scorrendo dettagliatamente le loro cartelle cliniche e ponendo ogni tipo di domande, in cerca di segni di infezioni particolari, allergie, funghi, viaggi in mete esotiche.

 

Trovarono infine una cosa: tutti fumavano le cosiddette sigaretta elettronica.

Il giorno dopo la dottoressa Schreiber chiamò l’ospedale per chiedere come stesse la ragazza e un infermiere le parlò dei casi simili, spiegandole dell’ipotesi delle sigarette elettroniche.

Schreiber ha spiegato al Wall Street Journal che non ci aveva minimamente pensato, e che credeva fosse una normale infezione non curata.

I medici decisero che l’ipotesi doveva essere resa pubblica, per evitare che altri pazienti con lo stesso problema negli Stati Uniti e altrove fossero curati inutilmente per una infezione.

Il 25 luglio tennero una conferenza stampa in cui avvertirono del problema, e nei giorni seguenti negli ospedali di tutti gli Stati Uniti vennero riconosciuti centinaia di casi simili: oggi quelli confermati sono 530, in 39 stati americani.

 

Otto persone sembrano essere morte per i problemi respiratori legati alle sigaretta elettronica.

Presto medici da tutto il paese cominciarono a chiamare l’ospedale del Wisconsin per confrontarsi sulle cure da utilizzare.

Le autorità sanitarie dello stato chiesero a tutte le cliniche e gli ospedali di segnalare eventuali casi simili.

Qualche giorno dopo ricevettero una segnalazione dall’Illinois, le cui autorità aprirono un’indagine insieme a quelle del Wisconsin notificando i CDC (Centri per la prevenzione e il controllo delle malattie), il più importante organo di controllo sulla salute pubblica statunitense.

I sintomi dei casi registrati negli Stati Uniti sono vari e soprattutto di diversa gravità, ma vanno generalmente dalla mancanza di fiato ai dolori al petto alla spossatezza, comprendendo talvolta problemi gastrointestinali, febbre e perdita di peso.

 

Le radiografie e le tac mostrano generalmente macchie bianche sui polmoni, ma i risultati degli esami escludono infezioni.

Nelle settimane seguenti la voce si sparse in tutta la comunità scientifica americana e tra molti medici, alcuni dei quasi collegarono casi particolari visti nelle precedenti settimane all’ipotesi dei danni da sigaretta elettronica.

Dixie Harris, specialista di malattie polmonari dell’Intermountain Healthcare dello Utah, aveva per esempio avuto diversi pazienti che rientravano nella casistica descritta dai medici del Wisconsin.

Ragazzi così giovani con simili problemi polmonari sono molto rari, eppure ne aveva visitati quattro nel giro di pochi giorni, ha raccontato al Wall Street Journal: segnalò tutto ai CDC, che iniziarono a comunicare all’opinione pubblica il problema a metà agosto, arrivando nel giro di un paio di settimane a sconsigliare l’uso delle sigarette elettroniche.

 

Le sigarette elettroniche sono in circolazione da anni, e da anni scienziati e ricercatori di tutto il mondo provano a valutarne i potenziali rischi, con risultati contrastanti.

Nei liquidi di alcune ricariche sono state trovate sostanze potenzialmente pericolose, ma la scarsa regolamentazione ha reso molto complicato studiare con accuratezza gli effetti dei dispositivi sulla salute.

Finora le sigarette elettroniche erano generalmente considerate molto meno dannose di quelle tradizionali, e non erano mai state considerate nella diagnosi di problemi polmonari; questa è apparentemente la prima ondata di problemi respiratori legata alle sigarette elettroniche.

Alcuni dei pazienti ricoverati fumavano soltanto sigarette elettroniche contenenti nicotina, del tipo diffuso anche in Italia.

Sono in corso delle indagini per provare a individuare la causa precisa, ma nel frattempo i CDC hanno raccomandato di non fumare le sigarette elettroniche, o almeno di evitare i dispositivi e le ricariche modificate o vendute clandestinamente.

Si ritiene infatti che perlomeno una parte dei casi possano essere stati causati da liquidi preparati artigianalmente.

 

Qualcuno si è anche chiesto se la crisi sembri improvvisa semplicemente perché si è iniziato soltanto ora a riconoscere questi problemi respiratori come collegati alla sigaretta elettronica.

Perché i casi siano limitati agli Stati Uniti: perché i problemi sono causati da ingredienti diffusi soltanto lì, o perché altrove non sono stati riconosciuti?

Già l’anno scorso diverse riviste scientifiche avevano pubblicato studi che attribuivano alla sigaretta elettronica casi di malattie polmonari che risalivano anche al 2012, ma non avevano ricevuto molta attenzione.

Ora il sospetto principale è che i problemi siano causati dall’esposizione dei polmoni a una o più sostanze chimiche particolari, e i medici statunitensi sono stati avvisati sui sintomi da riconoscere per diagnosticare correttamente il problema, che è stato identificato con la sigla VAPI.

I pazienti che rientrano in questa casistica vengono normalmente attaccati all’ossigeno, e vengono somministrati loro degli steroidi che sembrano aiutare a ridurre l’infiammazione.

Non si sa ancora se l’infiammazione possa causare danni permanenti tra i pazienti che guariscono.

La crisi delle sigarette elettroniche, dai primi giorni di settembre, si è rapidamente diffusa.

 

Quindi, la sigaretta elettronica aiuta davvero a smettere di fumare?

  •   Le sigaretta elettronica non è una terapia sostitutiva della nicotina certificata.

terapia sostitutiva nicotina

A differenza della tradizionale terapia sostitutiva della nicotina, che è stata sviluppata per svezzare una persona dalla dipendenza dalla nicotina in modo graduale e controllato, le sigarette elettroniche non hanno un programma così approvato dal punto di vista medico associato.

Sono in gran parte non testate e, poiché non sono regolamentate, la quantità di nicotina nelle sigarette elettroniche può variare, così come la quantità di altri ingredienti chimici potenzialmente dannosi.

I rivenditori di sigarette elettroniche spesso affermano che il loro prodotto è un valido aiuto per smettere, ma secondo Douglas Bettcher, direttore del controllo sul fumo dell’Organizzazione mondiale della sanità, queste affermazioni sono infondate.

“Se i venditori di sigarette elettroniche vogliono aiutare i fumatori a smettere, devono condurre studi clinici e analisi di tossicità e operare nel quadro normativo adeguato, fino a quando non lo faranno l’OMS non può considerare la sigaretta elettronica come una terapia sostitutiva della nicotina e certamente non può accettare falsi suggerimenti per vendere il prodotto.”

Afferma il dott. Bettcher

  • L’aspetto negativo delle terapie sostitutive della nicotina

Vale anche la pena notare che le terapie sostitutive alla nicotina non sono esenti da rischi.

Contenendo nicotina, il componente che crea dipendenza nel tabacco, la terapia sostitutiva della nicotina comporta il pericolo di ricaduta se il prodotto non viene utilizzato correttamente.

  • Le sigarette elettroniche rafforzano il comportamento al fumo

Quando smettiamo di fumare, è controproducente sostituire un dispositivo di erogazione della nicotina che sembra, a tutti gli effetti, proprio come le sigarette da cui stiamo lavorando così duramente per liberarci.

Il recupero dalla dipendenza da nicotina comporta due cose:

  • guarigione dalla dipendenza fisica alla nicotina.
  • riprogrammazione di vecchie abitudini.

La scelta di un prodotto alla nicotina simile a una sigaretta per aiutarci a guarire quelle associazioni è rischiosa e mette stress inutili su un compito già impegnativo.

 

Insomma, se stai pensando di smettere di fumare poco alla volta ti voglio mettere in guardia rispetto ad un’insidia pericolosa.

Oltre che dannoso, fumare per te diventerà un’agonia, oltre ai tanti danni fisici, smettere di fumare poco alla volta porterà con sé danni psicologici.

Questo perché le poche sigarette che ti concederai assumeranno un valore speciale.

Non vedrai l’ora di fumare, godrai ogni tiro fino in fondo veramente, non saranno come le sigarette che fumi distrattamente, saranno le uniche, ti regalerai un momento solo per loro, sarà il tuo rituale e ti mancheranno tantissimo.

Farà assumere un valore speciale al fumare, e sarà ancora più difficile smettere!

Anche se riuscirai a mantenere il controllo può bastare un periodo particolarmente stressante, una lite, una brutta notizia, una discussione a lavoro, e subito ti servirà di nuovo il tuo momento particolare.

Smettere piano piano non ti toglierà mai la dipendenza.

Inoltre, potresti pensare che 3 o 4 sigarette magari non fanno poi così tanto male, ma questo è un ragionamento completamente sbagliato.

L’uomo deve scegliere. In questo sta la sua forza, diminuire le sigarette non è una scelta, ma è un rimandare all’infinito.

So che è difficile, ma smettere di fumare è una cosa: “o dentro o fuori!”

Devi prendere una decisione una volta per tutte!

 

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Di |2019-10-09T11:01:22+02:0009 Ottobre 2019|Notizie|0 Commenti

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