Quando fumare diventa davvero un vizio?

Quando ci accorgiamo di essere davvero dipendenti dal fumo?

Fumare abitualmente un certo numero di sigarette è una situazione indicata con nomi diversi, che però tra di loro non hanno lo stesso significato: tabagismo, dipendenza da nicotina o semplicemente essere “fumatori” o “forti fumatori”.

Il fumo di tabacco, attraverso la nicotina che vi è contenuta ed inalata mediante il fumo, è un comportamento che induce dipendenza.

Essere dipendenti semplicemente significa rimanere legati alla ripetizione costante di quel comportamento, diventando poi un’azione importante e frequente che segna il punto di partenza in tutta una serie di circostanze: si fuma per iniziare la giornata, per finirla prima di dormire, per calmarsi la notte e tornare a letto, per pensare più rapidamente, per placare i pensieri, per controllare l’ansia, per darsi tono, per sfogarsi, ecc….

Quando le ragioni diventano infinite, significa semplicemente che il cervello indica il fumare come un’azione fondamentale per fare qualsiasi attività.

Fumare non significa avere una dipendenza, fumare abitualmente significa con una certa probabilità avere una dipendenza, soprattutto se si è forti fumatori.

Tuttavia, la diagnosi di dipendenza richiede che vi sia una contraddizione tra la convinzione della persona che il fumo gli faccia male e non sia desiderabile, con l’intenzione di escluderlo o ridurlo e l’incapacità di ottenere questo risultato nonostante tentativi di diverso tipo.

In parole povere, essere dipendenti significa non volere più una cosa senza riuscire a smettere di desiderarla.

Il tipico ragionamento “a corto-circuito” che contrappone volontà e desiderio è quando il fumatore dipendente pensa che smetterà di fumare “dopo aver fumato l’ultima”.

Un chiaro segno di conflitto tra volontà di smettere e incapacità di farlo è quando la persona inizia a pensare che non può fumare di meno, o meno spesso, ma deve non fumare in assoluto, segno questo che non è più possibile un uso controllato di quella sostanza.

La dipendenza non è astinenza

Il fumatore non è legato al fumo perché quando se ne stacca sta male, questo aspetto p una complicazione nel distacco dal fumo, ma non è neanche un passaggio obbligato nelle terapie della dipendenza da nicotina.

Semplicemente, quando le persone realizzano che non possono fumare di meno, ma che l’unico fumo controllato è lo zero assoluto, provano a smettere, e a questo punto fanno i conti con l’astinenza che di solito li scoraggia o comunque non facilita il distacco.

In ogni caso, anche riuscendo a distaccarsi, la vera dipendenza da nicotina rimane la stessa e porta a ricadere.

Il termine che si associa più spesso all’idea del fumatore che si cura per la sua dipendenza è “smettere di fumare”.

Smettere di fumare fa sempre bene alla salute generale, ma non è un modo per guarire la dipendenza da nicotina.

Alla fine, se le ricadute azzerano gli apparenti risultati, è chiaro che “smettere” è una cosa che al fumatore dipendente può riuscire decine di volte, ma è solo un intervallo in una lunga storia di dipendenza da nicotina.

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La riflessologia auricolare è un metodo per smettere di fumare che consiste nello stimolare 25 punti del padiglione auricolare destro e 22 punti del padiglione auricolare sinistro tramite un elettro stimolatore.
Ogni punto stimolato corrisponde ad un determinato organo o parte del corpo.

Questo metodo per smettere di fumare toglie la causa della dipendenza fisica dal fumo: la nicotina. Il micromassaggio effettuato dalle onde sui padiglioni auricolari e il naso (punti riflessi del sistema nervoso) disgrega la patina dei veleni del tabacco accumulata attorno alle fibre nervose liberandolo istantaneamente dalla schiavitù del fumo, in soli 30 minuti, indolore e senza effetti collaterali. Successivamente le tossine disgregate entrano nel circolo sanguigno per poi essere eliminate con le urine, la traspirazione ecc. permettendo una completa disintossicazione dell’organismo.

La differenza tra questo metodo per smettere di fumare e la tradizionale agopuntura sta nel fatto che l’apparecchiatura pur determinando le stesse vibrazioni a livello epidermico dell’ago infisso, essa distingue a seconda dei precedenti parametri inseriti all’interno del Microchip diverse correnti, mai uguali tra di loro, dando modo all’organismo di aumentare la produzione di endorfine utili per la compensazione della richiesta di nicotina.

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