Smettere di fumare? questione di DNA, uno studio lo conferma

Il vizio del fumo è soltanto una questione di DNA, è questo che ci confermano i ricercatori dell’istituto Nazionale dei Tumori (INT) di Milano, che su Scientific Reports, una rivista del gruppo Nature, hanno pubblicato lo studio dal titolo “Pharmacogenetic study of seven polymorphisms in three nicotinic acetylcholine receptor subunits in smoking-cessation therapies” in cui mostrano come i geni di ognuno di noi possano influenzare la nostra voglia di iniziare e smettere di fumare.

Com’è possibile?

RECETTORE NICOTINICO SOTTO ACCUSA

I ricercatori italiani hanno spiegato che negli anni si è fatta sempre più spazio l’ipotesi che le variazioni genetiche derivanti dal recettore nicotinico influenzassero il rischi di dipendenza da fumo e la difficoltà nello smettere.

Se da un lato può sembrare brutto affermare che il vizio del fumo è una questione genetica, in un certo senso è anche una buona notizia.

Questo significa che è possibile pensare a trattamenti specifici legati al DNA del fumatore che consentono di abbandonare il vizio, in caso in cui la persona lo desideri ma non ci riesca da solo.

LO STUDIO

Per poter sfruttare al meglio questa caratteristica genetica, i ricercatori hanno analizzato i risultati di 12 mesi da un gruppo di 337 fumatori portatori proprio di questa variazione genetica.

I RISULTATI

Gli scenziati fanno sapere che poco dopo l’inizio delle terapie antifumo, il 70% dei partecipanti ha smesso di fumare e, ad un anno dall’inizio del trattamento, il 47% di questi ha smesso definitivamente mentre gli altri hanno ricominciato.

“Questi risultati – afferma Francesca Colombo, ricercatrice dell’Unità di Epidemiologia Genetica e Farmacogenomica dell’INT, oltre che coordinatrice dello studio – rappresentano il primo passo verso l’individuazione di un profilo genetico individuale, sulla base del quale si potrà definire un percorso terapeutico di disassuefazione dal fumo il più personalizzato possibile”.

“In questo modo si potrà aumentare il numero di pazienti che beneficeranno delle varie terapie antifumo disponibili – osserva Roberto Boffi, Responsabile della Pneumologia e del Centro Antifumo dell’INT – diagnosticando al meglio la tipologia di fumatore che si rivolgerà a noi, così da aiutarlo concretamente nel suo tentativo di cessazione e a ridurre al contempo l’incidenza delle malattie fumo-correlate”.

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